Dal Secolo XIX Edizione della Spezia del 27/04/2007:
“Sono decisamente più gustose di quelle francesi,almeno a detta di chi le
ha assaggiate per la prima volta ieri mattina aprendone il guscio con l’apposito
coltellino e spruzzandole di succo di limone. Non si tratta di campanilismo:
le ostriche coltivate in via sperimentale nelle acque del canale
fra Porto Venere e
e promettono di diventare una vera e propria risorsa per l’economia locale.
Il vivaio dimostrativo di seicento metri quadrati promosso dalla Camera
di Commercio ha dato quindi i suoi primi frutti, presentati durante
l’incontro svoltosi ieri mattina al Centro di educazione ambientale (C.e.a.) di Porto Venere.
Il progetto di valorizzazione della molluschi coltura è stato chiamato
”Marenostrum” e oltre all’ente camerale coinvolge l’Osservatorio Ligure
Pesca e Ambiente, Unioncamere (l’Unione delle Camere di Commercio
Liguri), l’Università di Pisa, il Comune di Porto Venere e
«Per la nostra economia marina si aprono scenari molto interessanti.
–ha commentato Stefano Senese, segretario generale della Camera di Commercio –Già siamo ai primi posti
in Italia per la coltivazione dei mitili, e con le ostriche non pensiamo certo di
fare concorrenza alla Francia, il nostro intento è quello di dare vita ad una
produzione di nicchia,ma comunque di altissima qualità».
Artefice materiale del successo di questo progetto è Paolo Varrella, che
ha seguito l’allevamento dei deliziosi molluschi in tutte le sue fasi:
«Durante i miei studi universitari – ha spiegato – mi ero accorto che nel
nostro mare crescevano larve di ostriche; addirittura, ne esiste un branco
naturale. Il vivaio sperimentale su pali ci ha così permesso di assecondare
una vocazione naturale del golfo. Il tratto di mare fra Porto Venere e
si è confermato un’ottima sede per l’allevamento di questo pregiato
mollusco; già gli stessi mitili sono particolarmente gustosi per via del fitoplancton marino.
Inoltre – sottolinea – tutti i molluschi possiedono grandi capacità di depurazione delle acque».
Al momento le ostriche non sono ancora in commercio: resta infatti da
completare l’iter dei controlli sanitari,dopodiché sarà creato un apposito Disciplinare
di qualità in collaborazione con il Parco regionale, così da tutelarne
il marchio e la provenienza geografica. Le ostriche di Porto Venere sono coltivate
secondo un metodo brevettato che contempla l’ancoraggio al fondale
marino di alcune “ceste” che raccolgono i molluschi.
Gli enti che curano la sperimentazione non forniscono le
precise coordinate del vivaio per non indurre in tentazione i sub della domenica.
L’ente camerale, sempre all’interno dello stesso progetto, ha
dato il via ad un’altra coltivazione sperimentale,quella dei datteri. I pannelli
sono già stati collocati in mare, ma in questo caso per vedere i primi risultati
bisognerà attendere dai tre ai sei anni. I gourmet cominciano ad
affilare la forchetta. E’ probabile che l’esordio “in società” delle ostriche
spezzine possa avvenire a settembre a margine del convegno sulle isole minori
che sarà organizzato alla Palmaria dal 19 al 23 settembre.ISABELLACONTE”